giovedì 31 marzo 2011

a nessuno...


Non auguro a nessuno di addormentarsi con una profonda tristezza dentro al cuore e gli occhi rossi di pianto...è qualcosa di insopportabile...ciò che ti fa piu' paura è il pensiero di svegliarti domani mattina e provare ancora tutta questa sofferenza...

martedì 29 marzo 2011

nostalgia..


Improvvisamente ho sentito una grande nostalgia e un fortissimo desiderio di rivedere la mia famiglia, i miei figli, la mia casa, gli amici le cose di tutti i giorni. . .
mamma e papà...
una carezza nella sera..

domenica 27 marzo 2011

Antonello Venditti- Con che cuore





Nel chiarore del mattino sono un fiore dentro un muro
Dove sei…
Questa casa mi taglia il cuore, anche il sole non scalda più
Dove sei, dove sei…

Con che forza mi salverò, quale inganno mai mi farò bastare dove andrò
In quale abbraccio mi perderò per pagare poi tutta la mia colpa di amare chi non ho
Non so guarire e non so morire senza te

Con che cuore mi lasci qui questo mondo ormai corre ed io non ho velocità
Dimmi a quale fede mi stringerò se non resta più niente in questa vita e che rimorsi avrò
Non so guarire e non so morire senza te

Si allunga l’ombra delle cose, è tardi ormai
Tu dove sei, tu dove sei, tu dove sei…

Con che cuore mi lasci qui questo mondo ormai corre ed io non ho velocità
A quale fede mi abbraccerò se non resta più niente in questo mondo e che rimorsi avrò
Non so guarire e non so morire senza te…
Senza te

Scatole vuote -







Quanto dolore e che grida ci sono nel mondo!

Si cercano spazi per urlare il proprio dolore, per non farsi sopraffare e schiacciare.


A volte una parola incompresa scatena qualcosa. Si capisce quel che si vuole e si filtra col cuore pieno di tutto.

Capisco. Resto in silenzio pensando al mio mondo. In fondo la prova più grande è quello di averlo dentro.

Nessuno lo può strappare via.

Il dolore tramutato in vita, le parole trasformate in qualcosa che abbia senso per me.

Sembra una lotta solo il fatto d'esistere.

Voglio solo imparare, conservare, muovermi, come so di poter fare senza uccidere la parte nobile di me.
In fondo si cerca di distruggere e strappare la speranza, ma ho costruito muri solidi. No, non con malta ohe con regge. Proprio no!

Ognuno in fondo non fa altro che vivere la propria vita. Che altro?

E se ci sono fantasmi saranno vivi nella notte per schiacciare ed opprimere.Peseranno addosso.

Ho scelto, ho voluto, ho cercato.

Il mio mondo è pieno di primavere trascorse.

E in ogni stagione ho visto nuovi fiori sbocciare.

Ho il cuore pieno di profumi!



navigando nel meraviglioso mondo del web ho trovato questa "poesia" copio e incollo perchè esprime quello che provo e sento in questo periodo...

il pupazzo!!!





IL PUPAZZO

Se per un istante Dio dimenticasse
che io sono un pupazzo di stracci
e mi regalasse un poco di vita,
forse non direi tutto quello che penso
ma in definitiva penserei
tutto quello che dico.
Darei valore alle cose,
non per ciò che valgono,
ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più,
sapendo che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi
perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano,
e come gusterei un buon gelato di cioccolata!
Se Dio mi concedesse un poco di vita,
vestirei leggero, mi appiattirei al sole,
lasciando scoperto non solo il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi un cuore,
scriverei il mio odio sul ghiaccio
e aspetterei il sorgere del sole.
Dipingerei sulle stelle una poesia di Benedetti
con un sogno di Van Gogh,
e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che dedicherei alla luna.
Annaffierei con le mie lacrime le rose,
per sentire il dolore delle spine
e il bacio incarnato dei petali.
Dio mio, se avessi un poco di vita.
Non lascerei passare un solo giorno
senza dire alla gente che amo, che la amo.
Convincerei ogni donna o uomo che sono i miei preferiti
e vivrei innamorato dell’amore.
Agli uomini dimostrerei quanto si sbagliano
a pensare che si smette
di innamorarsi quando si invecchia,
senza sapere che si invecchia
quando si smette di innamorarsi.
A un bambino darei ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva
con la vecchiaia ma con il dimenticare.
Tante cose ho appreso da voi uomini.
Ho appreso che ognuno vuole vivere
in cima alla montagna, senza sapere che
la vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho appreso che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno,
per la prima volta,
il dito di suo padre, lo tiene intrappolato per sempre.
Ho appreso che un uomo ha il diritto
di guardare un altro dall’alto in basso
soltanto quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi,
ma alla fine
non potranno servirmi molto
perché quando mi riporrete dentro la valigia,
purtroppo io starò morendo.

Gabriel Marquez

sabato 26 marzo 2011

aspetto...


Non sapendo quando l’alba verrà, lascio aperta ogni porta.

ahah hihihihii gattoooo birbo!!!


Un gattone randagio si accinge ad una spensierata serata di sesso.
Parte tutto gasato e lungo la via incontra un gatto da salotto che gli chiede:
"Dove vai, gattone ?"
"Vado a trombare, lasciami andare."
"Dai portami con te, gattone ti prego."
"Ma no, t’ho detto che io vado a trombare !!"
Il gatto da salotto la fa talmente lunga che il gattone cede e lo invita a seguirlo.
Lungo la strada gli preannuncia come si svolgerà la serata:
"Dunque, noi arriveremo alla piazza principale, tu ti nasconderai dietro di me, io lancerò il mio poderoso “MIAOOOOOO”, la gattina scenderà giù ed allora prima ci farò all’amore io e poi tu !".
Mentre stava ultimando l'illustrazione, incontrano un micino piccolo piccolo che gli fa:
"Dove andate gattoni tutti tronfi ?"
e il gattone:
"Vattene piccolino, noi si va a trombare !"
"Vengo anch'io !"
"Ma no, non è possibile !"
rispondono in coro i due gatti.
Ma tale è l'insistenza del micetto che alla fine decidono di portarselo appresso.
Giunti a destinazione, il gattone, come preannunciato lancia il suo poderoso MIAOO, si apre una finestra e parte una scarpa, il gattone si scansa … il gatto si scansa … e il micino … la prende sul muso !
"Beh", fa il gattone, "non sempre la gattina scende al primo MIAO, riproverò!”
E via, lancia un altro poderoso MIAAOOOOOOOOO.
Subito si apre un'altra finestra e parte un Vaso di fiori, il gattone si scansa … il gatto si scansa … e il micino … lo prende in pieno muso!
Il povero micino, levandosi con le zampette la terra dagli occhi, tutto dolorante fa:



"Ragazzi, io trombo ancora 3 minuti poi però me ne



torno a casa !".

giovedì 24 marzo 2011

L'AMORE SECONDO I BAMBINI..




1. L’amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l’altro le dia a te. (Gianluca, 6 anni)

2. Quando nonna aveva l’artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l’artrite pure lui. Questo è l’amore. (Rebecca, 8 anni)

3. L’amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)

4. L’amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)

5. L’amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)

6. L’amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)

7. L’amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per assicurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)

8. L’amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)

9. L’amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l’ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)

10. Non bisogna mai dire “Ti amo” se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni)

Questo è per far capire che, spesso, i bambini sono anche più saggi degli adulti.

vorrei poterti dire...


Massimo figlio mio sapessi quanto mi manchi! ....

immagina il mare

tesoro mio ..be' la tua assenza va' ben oltre ..oltre l'oceano..

potrei dire oltre l'infinito.. un buco nero !!!

Mi manchi forse dall 'istante stesso in cui ho sognato di te e ti ho amato..

e poi mi mancano tutte le nostre parole le carezze i baci ...

la tenerezza del nostro abbraccio ...il tuo mamma stringini...abbracciami, coccolami



riprendenderti tra le braccia figlio mio...desiderio continuo, costante..

non certo ossessivo..

ma è l'amnore di una madre che attende il ritorno del figlio...

Sai cuccio quanti baciotti ho versato su di te mentre dormivi sereno

tra le ali dei tuoi angeli...quante veglie di preoccupazioni

e quante lacrime di gioia per ogni tua conquista...

ora che non tieni piu' la mia mano

perche' ti sei allontanato da me con

la ribellione e il giudizio della maggior parte degli adolescenti

...e ora che forse crederai tesoro mio che io non t'ami piu' il mio amore

per te e' piu' di allora di quando beata potevo stringerti a me...

e piu' di allora e' costante il mio pensiero e la mia preoccupazione per te. .



hai chiuso la tua

porta così che io non possa entrare più nel tuo mondo

...tesoro mio ci sono passata anche

io nella "stagione "

"di tumulti e tormenti ,inadeguatezze e false

conquiste..amori ..

e delusioni..

a modo tuoi vedi ragione affinchè io non posso entrare

nel tuo mondo

ma sappi aspettero' fuori..con pazienza con

lo stesso amore

di sempre ...

Lotta per conquistare le tue mete

sapendo dolce

tesoro mio che ogni volta allungherai

la mano per cercare il

mio sostegno mi troverai ...Il mio cuore e' per te

cosi' come

la mia vita...perche' tu bimbo mio diventato

uomo sei ogni mio

respiro ....

continuo ad aspettarti :


vivi la tua "guerra" ma sappi che dopo c'è sempre la PACE...

mercoledì 23 marzo 2011

Smile, Charlie Chaplin , Modern Times, 1936



SMILE


le parole sono di John Turner e Geoffrey Parsons

la musica di Charlie Chaplin

...il testo


Sorridi, anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra
se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
illumini il tuo viso di tristezza
e nascondi ogni traccia di contentezza
ma anche se una lacrima sta per scendere
è quello il momento in cui devi
continuare a provare
sorridi, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
anche se il cuore ti duole
sorridi, anche se si sta spezzando
quando ci sono nuvole nel cielo
ci passerai sopra



se sorridi attraverso
la tua paura e al dolore
sorridi e forse domani
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi
è il momento in cui devi continuare
a sorridere, a che serve piangere?
scoprirai che la vita vale ancora
la pena di essere vissuta
se tu solo sorridi

perdono!!!

Una delle cose più difficili della vita di ogni uomo è il saper perdonare veramente.
Moltissimi sono capaci, in determinati momenti della vita, di grandi gesti di altruismo: donano le proprie sostanze, il loro tempo a chi ne ha bisogno, fondano associazioni di volontariato e istituzioni filantropiche di tutti i tipi: adozioni internazionali, solidarietà ecc. Tutte cose eccellenti.
Pochi, però, sono capaci di perdonare. Quando riflettiamo in profondità e con molta sincerità sul nostro modo di perdonare, ci rendiamo conto dei grossi limiti che possediamo. Lo esperimentiamo innanzittutto nei rapporti familiari, con gli amici, con i colleghi di lavoro, con i compaesani, con tutti gli altri.

Molti di coloro che subiscono un torto da un amico o da un familiare, ad esempio, si sentono feriti perché lo ritengono un vero tradimento che ha inquinato la fiducia e calpestato la propria dignità. Nasce, allora, il risentimento che molto spesso rimane indelebile perché, come una cicatrice, difficilmente si dilegua dal loro animo.

Qualora l'amico o il familiare chiedono perdono, l'offeso è anche disposto a concederglielo, ma il risentimento molto spesso permane in maniera subdola e non consente di ristabilire i rapporti di prima. Nel suo inconscio l'offensore rimane qualcuno che ha tradito e magari è capace di tradire ancora... Questo "risentimento" si presenta sotto tante sfumature e può portare a sottili forme di vendetta, anche dopo il perdono manifesto.

Il vero perdono, quindi, è incondizionato, ma può nascere solo dalla presa di coscienza umile e sincera della propria fragilità. In alcuni casi, però, noi non perdoniamo di cuore gli altri perché non sappiamo perdonare noi stessi: proiettiamo in loro le nostre fragilità che odiamo e che non osiamo confessare per orgoglio.
Spesso, poi, certe forme di perdono sono dettate da un sottile orgoglio o da un certo senso di superiorità, se non adirittura da un calcolo politico o da una ricerca di potere sugli altri.


Se prendessimo coscienza delle nostre fragilità chiederemmo più spesso perdono agli altri. Quando esperientiamo l'esigenza di sentirci perdonati, forse saremmo più disposti a perdonare gli altri di cuore e incondizionatamente.

E se tutti imparassimo a perdonare di cuore, la nostra vita sarebbe diversa: molte guerre non avrebbero più senso, non ci sarebbero più certe forme devastanti di vendetta, le famiglie rimarrebbero unite, la società diventerebbe più efficiente, la solidarietà più genuina abbatterebbe altre frontiere...
Non per niente le ultime parole di Gesù morente esprimono il perdono verso il ladrone e verso coloro che lo stavano torturando.

Perdonami Massimo.. ti supplico..

Il Volo del Mattino (Fabio Volo) - La vita è troppo bella... (Charlie Ch...




perché il mondo
appartiene a chi osa!
e c'è una forza
più forte della morte
ed è la vita

domenica 20 marzo 2011

ti aspetto


"Ti aspetto e ogni giorno mi spengo poco per volta .....

Mi chiedono se la mia disperazione sia pari.... alla tua assenza ....

è un gesto di morte fissa che non ti so regalare."

(Alda Merini)

sabato 19 marzo 2011

Laura Pausini - Viaggio Con Te- auguri papà




Oggi 19 marzo e’ la Festa del Papà tanti tanti auguri papà. C’e’ una bellissima canzone di Laura Pausini “Viaggio con Te“ che inizia cosi’: “Ci svegliavi con un bacio e poi te ne andavi a letto mentre noi correvamo in quella scuola che ci dicevi “insegna a vivere”. “cosa non farei per ridarti il tempo perso ormai, ho imparato ad amare come te, questa vita rischiando tutta me, ho imparato il tuo coraggio, e ho capito la timida follia, del tuo essere unico perche’, sei la meta del mio viaggio per me, e cosi sempre di piu, somiglio a te, nei tuoi sorrisi e nelle lacrime.Tanti auguri papà.

venerdì 18 marzo 2011

bugie bugie....niente niente..


" le bugie hanno il naso lungo e le gambe corte " odio i bugiardi a prescindere, non si dicono bugie, neppure a fin di bene.. poi comunq la verità viene sempe a galla...

ah ivano, mi dici che ha visto un Massimo sereno, che sicuramente sta bene.. che non mi devo preoccupare..
poi oggi scopro che dici che l'ha visto tanto male, tanto brutto, che è allarmante come si propone...che ha gli orecchini. i capelli col gel alti, tipo chiodi...
che è trasandato e che sembra ammalato..



ieri ho visto Silvia, cara la mia bellissima figlia..però:
mi abbraccia e mi dice:
- ma lo sai che ieri sera ho visto lo zio al cinema?
rispondo si,si lo so.
e lei:
- ti ha detto qualcosa?
rispondo:
- no no....perchè cosa doveva dirmi?
e lei:
- niente niente...



cos'è questo niente niente???

come odio il NIENTE!!!


... io sto male..io che non posso fare niente, io che posso solo aspettare..
ma aspettare cosa?
io che nessuno mi aiuta nel recuperare il rapporto con mio figlio...nessuno mai ha cercato di fare da tramite, di parlare con lui.. di conoscderne i pensieri.. di avvicinarci...io lo so che senza un "paciere" le nostre strade non si uniranno più..
ma nessuno...neppure tu Silvia..neppure tu che leggi nei miei occhi il mio dolore, neppure tu che sei mia figlia... vergogna!!!
io che niente posso, perchè lui ha cambiato il numero di telef...io che niente posso perchè:
prega il Signore di non incontrarmi mai, altrimenti non so che ti farei..

bruciano ancora queste parole che mi hai scritto via sms...massimo, mi fanno male al cuore come ieri...


ODIO IL MONDO, ODIO IL NIENTE....

IL MONDO CHE VORREI-LAURA PAUSINI





Quante volte ci ho pensato su,
Il mio mondo sta cadendo giù
Dentro un mare pieno di follie,
Ipocrisie.

Quante volte avrei voluto anch'io
Aiutare questo mondo mio,
Per tutti quelli che stanno soffrendo
Come te

Il mondo che vorrei
Avrebbe mille cuori,
Per battere di più avrebbe mille amori.
Il mondo che vorrei
Avrebbe mille mani
E mille braccia per i bimbi del domani,
Che coi loro occhi chiedono di più
Salvali anche tu.

Per chi crede nello stesso sole
Non c'è razza non c'è mai colore
Perché il cuore di chi ha un altro Dio
È uguale al mio.

Per chi spera ancora in un sorriso,
Perché il suo domani l'ha deciso
Ed è convicto che il suo domani
E insieme a te.

Il mondo che vorrei
Ci sparerebbe i fiori,
Non sentiremo più
Il suono dei cannoni.
Il mondo che vorrei,
Farebbe più giustizia
Per tutti quelli che
La guerra l'hanno vista,
E coi loro occhi chiedono di più
Salvali anche tu.

Come si fa a rimanere qui,
Immobili così
Indifferenti ormai
A tutti i bimbi che
Non cresceranno mai
Ma che senso ha ascoltare e non cambiare
Regaliamo al mondo quella pace
Che non può aspettare più
Nel mondo che vorrei uh uh uh

Nel mondo che vorrei
Avremo tutti un cuore.
Il mondo che vorrei
Si chiamerebbe amore.
Stringi forte le mie mani
E sentirai il mondo che vorrei
Uh uh uh il mondo che vorrei

giovedì 17 marzo 2011


ho trovato questo racconto sul web, mi ha fatto sorridere così l’ho postato magari strapperà un sorriso anche a voi…

buona lettura


Lunedì. Anno 0. Mese da definire. Giorno 1.
Mi chiamo Eva e sono nata dalla costola di questo sciocco che mi sta accanto. Lui si chiama Adamo. Lui!? Lo ha creato Dio, un… un… Non So Cosa che io non ho mai visto, ma che dice di avermi creata dalla sua – di Adamo – costola… sono un po’ confusa.
Questo Adamo non mi piace, sembra un po’ tonto, in verità, muove la testa su e giù ed allunga sempre le mani… cosa gli viene da toccare, poi, non lo so. Eppure credo che dovrò farmelo piacere per forza. È l’unico uomo sulla terra.
Beh!, di questo almeno ho consapevolezza: lui è un uomo ed io sono una donna… ma che differenza c’è?

Mercoledì. Anno 0. Mese da definire. Giorno 3
Come mai questa discrepanza di due giorni, chiederete voi? Forse non esiste il due? Meglio così; poi non ve la meneranno con la radice quadrata di due numero perfetto che, però, sfugge a qualsiasi tentativo di innalzarlo a perfezione.
Si, purtroppo per voi il due esiste, solo che ieri, indaffarata a togliermi di dosso le mani di questo polpo amebico che ho qui accanto e a girarmi un po’ intorno per capire dove mi trovavo – un amenissimo posto, del resto – non ho avuto tempo per il mio diario. Avevo una voglia irrefrenabile di scrivere ma non sono riuscita a trovare un attimo di tempo per poterlo fare, mondo cane (?!?).
Il problema è che non ho nessuno per chiacchierare e quindi devo per forza rivolgermi a te mio diario, anche per scacciare quell’energumeno che pensa solo ad una cosa: mettermi le mani addosso, dicendogli: “Non posso, caro Adamo, sto scrivendo il mio diario” – anche perché sono sicura che è utile prendere appunti in un ambiente nuovo come questo…
Comunque, oggi sono stata in centro, nel bosco che ha – Dio, lo sconosciuto – appena creato. Quanta varietà di strani, non so come definirli… l’unica definizione che mi viene è che sembrano pressappoco come quell’attrezzo che viene in su – sfidando qualsiasi forza di gravità – ad Adamo quando comincia a toccarmi… comunque, dicevo, quanta varietà di strani attrezzi, con tante parti morbide, come i miei capelli, e verdi, di tante belle sfumature di verde…

Giovedì. Anno 0. Mese: Da definire. Giorno 4
Ho deciso di tenere il mio diario tutti i giorni, costi quel che costi.
Già ieri mi chiedevo come mai tante cose le so e tante non le so: forse mi indottrinano durante la notte. Ad esempio so, oggi, che quei cosi dritti si chiamano alberi, ma non so ancora come si chiamano quei capelli verdi che hanno, lì, in alto. E poi perché, mi chiedo, ad Adamo i capelli (neri) stanno alla base dell’albero ed agli alberi in cima? Non lo capisco… un’altra cosa che non capisco è perché quel suo albero vuole infilarlo dappertutto. Stamattina l’ho trovato che l’aveva infilato in un buco di talpa e poi l’aveva ritratto urlando come un pazzo e con un graffiettino che colava qualche goccia di sangue (aveste visto che scene che ha fatto, sembrava morto!) perché quella, la talpa, per difendersi glielo aveva addentato. Forse vorrebbe essere albero anche lui, mi sono detta. Come gli alberi sono un tutt’uno con la terra che li accoglie, anche lui vuole ricreare questo stato unitario… del resto anche lui ha verso l’alto una chioma (ah, vedi, mi è venuta anche questa) di capelli neri e potrebbe essere un tipo di albero diverso… poi dopo l’ho beccato che cercava di metterlo in bocca ad una gallina e mi sono detta: “No, non è questa la spiegazione!”. Ecco, a proposito, gallina è un’altra parola che mi viene subito… come porco! se penso ad Adamo. Misteri della fede – Toh! Anche questa… fede… che bella parola…

Sabato. Anno 0. Mese da definire. Giorno 6
Scusatemi… scusatemi… i miei buoni propositi di scrivere assolutamente sempre il mio diario sono saltati subito.
È che ieri Adamo, il deficiente, mi è corso appresso come uno scalmanato per tutto il giorno… immagino le risate che si sarà fatto il Non So Cosa vedendo il fattaccio. Voleva per forza infilarmi quel suo coso dappertutto ma io non ne avevo nessunissima intenzione… mica sono un buco di talpa, io… e se poi mi resta appiccicato, che faccio? È stata durissima, urlava, saltava, sembrava non avesse mai visto una donna!! in effetti, io sono l’unica…
E se ce ne fosse un’altra? Proverebbe a saltare anche addosso a lei? Questo pensiero provoca in me una certa gelosia. E’ uno stupidotto, si, ma sento una certa affezione per lui…

Insomma, per farla breve, sono scappata dal bruto per ore ed ore, per le valli, i dirupi, gli anfratti, i boschi ed i sottoboschi di questo incantevole luogo. (Querce, melograni, gelsomini profumati, salici maestosi). La cosa mi è tornata utile per esplorare il territorio, bellissimo, tranquillo, ameno, silenzioso, incontaminato e cristallino. Laghetti purissimi, torrenti immacolati, cascatelle voluttuose, ed infine… uscendo in una radura, sulla sommità di una collinetta, improvvisamente… una vista immensa… e lontano, lontano, una pianura blu in cui si animavano tanti spruzzi bianchissimi che le davano un senso di moto fluttuante e che si riperdevano e rianimavano nell’azzurro acciaio di quella pianura in movimento. E poi un rumore, forte, sordo, continuo, ma così affascinante, ritmico, ammaliante, che riempiva l’universo ed il mio cuore. Anche lo stupido, sbucato dalle frasche del bosco come un forsennato, col corpo in avanti e le braccia che ruotavano come mulinelli, quasi stesse cadendo, si è fermato ed è rimasto lì, in silenzio, guardando ed ascoltando… annusava anche un po’ l’aria. Ci mancava solo che mi venisse accanto e appoggiasse saldamente un braccio sulla mia spalla come in Via col vento…(?!?)… di che cose stranissime parlo…

Anche io ho annusato, allora, e sentivo un odore diverso da quello del bosco: era un odore forte che pungeva le narici e che a tratti faceva bruciare gli occhi. Era l’odore di quell’immensa, meravigliosa pianura. Siamo rimasti lì a lungo… il cielo e la pianura avevano in parte lo stesso colore ed erano spruzzati di bianco entrambi. Forse quello era Dio, forse lui ci aveva creati? Tante domande mi affollavano la mente. Volevo scendere, avvicinarmi e toccare quel territorio fluttuante azzurro e bianco, ma non ne ho avuto il coraggio. Poi mi sono accorta che Adamo stava ricominciando ad agitarsi, sentivo qualcosa indurirsi contro di me e le sue mani ricominciare ad agitarsi frenetiche per palparmi ed allora ho ricominciato a correre, veloce come un fulmine… ma non senza prima avergli dato una spinta ed averlo fatto ruzzolare giù per qualche metro…

Insomma, caro diario, oggi ho avuto solo il tempo per scappare dal bruto… ehi, dico, ma è vita questa?

Domenica. Anno 0. Mese da definire. Giorno 7
Caro Diario, oggi è successa una cosa terribile, terribile, terribile…
Mi viene da piangere a pensarci…
ok, andiamo per ordine…

La giornata è iniziata bene. Appena svegliata l’aria era così mite che mi è venuta voglia di fare una passeggiata. Ho lasciato il bruto che dormiva bocconi fra i fiordalisi e mi sono incamminata nel bosco, verso nord stavolta. Camminando l’aria si faceva più fresca ed il cielo più terso, la mattinata era adamantina, non una nuvola, non un suono, non un animale. Ad un certo punto sono giunta in un punto, quasi un crocicchio di sentieri, dove c’era un alberello bellissimo, pieno di fiori bellissimi, bianchi e gialli, carnosi ed odorosi e con dei frutti rossissimi, tondi come le mammelle di una donna, le mie… Ohe!! Adamo!! Mi è venuto da gridare, ma non l’ho fatto… il pensiero delle sue manacce mi ha bloccato subito… smanioso com’è…

Poi mentre mi chino ad odorare quei bellissimi fiori, mi sento afferrare le suddette, mentre il maniaco cerca di entrare in me e di infilarmi come una pollastra… allora mi divincolo con forza ma lui mi ri è sopra, gli do un calcio… “Adamo piantala!!!” Niente, il bruto è proprio esagitato e si erge furente sopra di me, mi abbranca, si arrotola alle mie gambe, mi tiene i capelli biondi e lunghissimi per non farmi scappare… io sgattaiolo, lo allontano, lo scalcio con tutte le forze che sento, ormai, venir meno…
Afferro della terra, gliela getto negli occhi e lo contengo per un attimo ma lui, cacciando un ululato furibondo, torna di nuovo all’attacco. Sono ormai disperata, prendo altra terra pronta a lanciargliela negli occhi e ad assestargli un bel calcio sull’attrezzo ma lui lo schiva e mi agguanta i fianchi. Rotoliamo per il pendio vicino al meraviglioso alberello e lì ormai l’inevitabile sta per compiersi… la mia mano stringe ancora la terra per passargliela e strofinargliela su quel suo grugno famelico, quando da dietro la pianta appare un serpente che mi fa, con voce alla Ka: ” Sorellina, non lo vedi com’è affamato? Dagli questo che il suo appetito si placherà!” E mi porge uno di quei pomi rossi e tondi… io prendo quell’aiuto insperato e senza pensarci su lo caccio in gola allo stupido dicendo: “Addenta che così ti calmi”. Lui, sorpreso, istintivamente morde, e…

Non l’avessi mai fatto……

D’un tratto il cielo si oscura, onusto di nubi cupe e minacciose… e mi prende un terrore tale che il mio corpo cade a terra, squassato e senza forza… poi, le nubi si squarciano ed ecco scendere, lento e maestoso, dall’alto, un gigante vestito di bianco, con folti e morbidi capelli candidi e una bella e lunga barba ancor più candida, che a vederlo sembra simpatico e dolce ma che invece, appena esplode con la sua voce roboante, mi accorgo che è superincazzatonero…
“Adamo ed Eva!?! Cosa avete osato? Come avete osato?… Adamo, io avevo fatto un patto con te. Ed era quello di non mangiare il frutto dell’Albero della Conoscenza” – ed io, sebbene terrorizzata, do una gomitata ad Adamo: “Ma perché non mi dici le cose, bisonte?”
“Tu, invece,” prosegue il Barbapapà “Mi hai disubbidito. È così che, pur essendo stati da Me creati a Mia immagine e somiglianza, Mi onorate e Mi rispettate? Così seguite l’Unico Desiderio del Vostro Antico Padre?”
Noi eravamo completamente frastornati… ma chi era costui? Ed il serpente, cosa c’entrava? Cos’era, una messa in scena?
“Adamo, per avermi disubbidito, ti costringerò a lavorare… dovrete lavorare… con fatica, con sangue e con sudore, senza la sicurezza del domani. Tu, Eva, dovrai anche partorire (?!? – Ma sempre a noi donne il doppio del lavoro?) con tante lacrime ed ancor più dolore. Conoscerete la morte e la vecchiaia, la guerra, la fame, la miseria, la ricchezza – quella la subirete – l’infelicità, Madonna e Prince, l’ingiustizia. Tutte cose assai tremende stando a quel terribile Vecchio.
Poi, subitaneamente spuntati da dietro le Sue spalle, due esseri biondi con ali d’oro e spade di fuoco cominciano con quelle a punzecchiarci causandoci grandi dolori…
“Ora andate” continua il Vecchio “ma nella notte preparerete le vostre povere cose. Domattina sarete cacciati per sempre dal Paradiso Terrestre. Andrete a vivere in oscure, aride e dolorose lande dove né uomini, né animali, né natura vi daranno tregua. Questa è la Mia Parola. Questa, è la Parola di Dio”.

Dio… pensai… Colui che mi ha creata, seppur dalla costola di questo stupidotto… mi venne da piangere… ero così desolata che, rimasta sola, piansi a lungo, amaramente… piansi, piansi e piansi… piansi anche per te, mio amato diario… chissà quando avrei potuto riscriverti e rileggerti… chissà come… forse mai, mio carissimo amico… forse ancora… ma sarebbe stato lontano… in chissà quale tempo.

Lunedì. Anno 0. Mese da definire. Giorno 8
Il tempo…

Eva

mercoledì 16 marzo 2011

stringiamoci a coorte...


Cantiamo "Fratelli d'Italia"




Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!
(Questa è la prima parte dell'inno intero che viene cantata solitamente e che tutti i veri Italiani sarebbero tenuti a sapere)

Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popolo,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Uniamoci, uniamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

TRADUZIONE:
l'elmo di Scipio: L'Italia ha di nuovo sulla testa l'elmo di Scipio (Scipione l'Africano), il generale romano che nel 202 avanti Cristo sconfisse a Zama (attuale Algeria) il cartaginese Annibale. L'Italia è tornata a combattere.

Le porga la chioma: La Vittoria sarà di Roma, cioè dell'Italia. Nell'antica Roma alle schiave venivano tagliati i capelli. Così la Vittoria dovrà porgere la sua chioma perché sia tagliata, perché la Vittoria è schiava di Roma che sarà appunto vincitrice.

coorte: nell'esercito romano le legioni (cioè l'esercito), era diviso in molte coorti. Stringiamoci a coorte significa quindi restiamo uniti fra noi combattenti che siamo pronti a morire per il nostro ideale.

calpesti: calpestati

Raccolgaci: la lingua di Mameli è la lingua poetica dell'Ottocento. Questo raccolgaci in italiano moderno sarebbe ci raccolga, un congiuntivo esortativo che assimila il pronome diretto. Il significato è: ci deve raccogliere, tenere insieme.

una speme: altra parola letteraria e arcaica. Significa speranza. Non c'è però da stupirsi troppo se Mameli usa queste parole. Nella lingua delle canzonette di musica leggera intorno al 1950, queste parole si trovano ancora.

fonderci insieme: negli anni di Goffredo Mameli l'Italia è ancora divisa in molti staterelli. Il testo dice che è l'ora di fondersi, di raggiungere l'unità nazionale.

per Dio: doppia interpretazione possibile. Per Dio è un francesismo e quindi significa "da Dio": se siamo uniti da Dio, per volere di Dio, nessuno potrà mai vincerci.
Certo è però che in italiano "per Dio" può essere anche una imprecazione, una esclamazione piuttosto forte. Che avrà mai voluto intendere Goffredo Mameli? Siccome aveva Vent'anni ci piace pensare che abbia voluto lui stesso giocare sul doppio senso (in fondo i suoi rapporti con il Vaticano non erano buonissimi, tant'è vero che è morto proprio a Roma dove combatteva per la Repubblica)

Dovunque è Legnano: ogni città italiana è Legnano, il luogo dove nel 1176 i comuni lombardi sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa

Ferruccio: ogni uomo è come Francesco Ferrucci, l'uomo che nel 1530 difese Firenze dall'imperatore Carlo V.

Balilla: è il soprannome del bambino che con il lancio di una pietra nel 1746 diede inizio alla rivolta di Genova contro gli Austro-piemontesi

I Vespri: Nel 1282 i siciliani si ribellano ai francesi invasori una sera, all'ora del vespro. La rivolta si è poi chiamata la rivolta dei Vespri siciliani

Le spade vendute: i soldati mercenari si piegano come giunchi e l'aquila, simbolo dell'Austria, perde le penne.

Il sangue polacco: L'Austria, alleata con la Russia (il cosacco), ha bevuto il sangue Polacco, ha diviso e smembrato la Polonia. Ma quel sangue bevuto avvelena il cuore degli oppressori

forse.. quanti forse





Ho dormito poco stanotte, così ho pensato.. come sempre del resto..

Ad intermittenza. I pensieri si sono susseguiti a piccoli incubi... in un dormiveglia

Alle 6 di questa mattina era buio, la pioggia ha reso la guida difficoltosa, con i fari che si specchiavano sull'asfalto accecandomi.
e mente andavo al lavoro, ho acceso la radio, e la musica come sempre mi ha portato a guardare il fuori che sfrecciava, in modo diverso, come attraversassi un film, una storia, che in parte mi lascia dentro e in parte la vedo scorrere da fuori.
Ascolto Alessandra Amoroso..AMA CHI TI VUOL BENE...E TELEFONA A TUA MAMMA...
Mi commuovo sempre un po'.

questa musica ha questo effetto su di me, le note toccano corde del mio cuore..

che triste storia è la mia vita!!!

Mi sarebbe piaciuto vagare su strade di campagna, con la pioggerellina che batteva sul parabrezza e i finestrini chiusi, con il rimbalzo della musica nell'abitacolo e dentro di me.

Sentirmi svuotata di tutto è una strana sensazione. Come si può essere così pieni di emozioni e allo stesso tempo sentirsi svuotare e riempire di cose nuove? Che hanno un senso tutto diverso, speciale.

rivedo a te, rivedo me, rivedo noi due, nella mente gesti e riascolto parole, mentre il tuo volto e mille emozioni si susseguono, commuovendomi fin nel profondo delle viscere. Come fossero l'ultimo giorno di vita, in cui si concentra l'essenza di un'intera vita. La mia..

non ho più tanti sogni nella mia vita, vivo ogni giorno come fosse l'ultimo, sopravvivo..a volte vorrei sparire..andare lontano, volare via, più in alto nel cielo..fino a raggiungere il Supremo..

oh vorrrei tanto accarezzare il tuo volto, vedere il tuo sorriso e asciugare ogni tua lacrima, ma tu piangi qualche volta massimo?!


musica, parole, poesia, lacrime, vento, pioggia,
lacrime e lacrime.e fatico a vedere la strada..

Dio volesse che tu mi mandassi anche un solo pensiero:se solo tu venissi verso di me dolcemente, lentamente, per abbracciarmi infine forte, e gridarmi che siamo ancora qua, nella stessa vita, ancora assieme..ancora madre e figlio... ecco che tornerei a vivere, si forse..sì forse potrei tornare a “essere”. Io.

Forse.
perchè quello che è mancato in questi tre anni e mezzo sarà una ferita per sempre..


ti amo massimo

UN SILENZIO CHE FA MALE AL CUORE


MASSIMO... MASSIMO...MASSIMO...

oh mio Dio, come vorrei sparire stasera..
mi sento sola. il tuo silenzio, spacca il mio cuore..

mi chiama ivano, mi dice, sai sono al cinema..davanti a me ho massimo con silvia...

io gli chiedo com'è massimo ora?
si è fatto uomo mi risponde..

sto male, fingo una serenità, non voglio preoccupare mio fratello, non gli voglio dire che ho sentito un pugnale al cuore..una fitta che non mi abbandona.. non gli posso dire nulla, altrimenti la prox volta non mi dirà più che l'ha visto, e io non voglio.. voglio sapere di te massimo..
sei nel mio cuore, nella mia mente..
mi manchi tanto..
fuori piove...

domenica 13 marzo 2011

ricordi ...


E anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la grande pazienza di aspettare che ritornino. Poiché i ricordi di per se stessi ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e gesto, senza nome e non più scindibili da noi, solo allora può darsi che in una rarissima ora sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso.

venerdì 11 marzo 2011

avrei voluto ...


Camminerò con te

quando ti sentirai solo

e dell’oscurità avrai paura.

Camminerò con te

quando crederai di non aver

speranza alcuna e

se la strada si farà impervia,

asciugherò le tue lacrime!

Ma quando all’orizzonte

un’alba chiara nascerà

e sul tuo volto un sorriso splenderà…

ti lascerò andare!

Non sarò più con te poiché,

camminare potrai solo e senza me.

Avrei voluto continuare a camminare con te.

solo Dio sa quanto...

ma tu non hai voluto condividere neppure un giorno in più con me..

mi manchi figlio mio...

spero solo che
un domani il rimpaianto non ti possa fare troppo male..

mercoledì 9 marzo 2011

sto attendendo..............


Si dice che nella vita accadono cose che sono come domande, passa un minuto oppure anni e poi la vita risponde...

martedì 8 marzo 2011

il nemico..


Io sono il Nemico: il peggiore dei nemici, quello più pericoloso di tutti.
Perché io sono semplicemente il Nemico, quello con un pugnale ed una rosa in mano.
Domandati cos’ho in serbo per te. . .
Non tutto è bianco, non tutto è nero, io sto su quella sottile linea che impalla gli occhi.
Cerco di perdermi, mentre invece dovrei cercarmi.
Ogni parola pronunciata sarà lo specchio del tuo dolore.
Voglio dimenticare la figura che proponi… grattare via la vernice che ti ricopre e scoprire tutte le differenze che gli altri non possono vedere.
Vado a momenti. Mi spezzo in mille pezzettini, mi piego, li raccolgo e li rimetto assieme…poi di nuovo tutto da capo. Ora è il momento in cui ho incollato quasi tutto e prendo una forma quasi umana.
Prenditi le tue parole e ficcatele su per il cuore. . .
Tu che sei al pari di una coltellata
Non seguirmi. . .
Non seguirmi. . .
Di me ricorderai capelli flettere come rami scuri.

per te DONNA



Come polline al vento danzando,
mostri di marzo i tuoi petali in fiore,
ed il tuo profumo ogni uomo sfiorando,
sussurra ai sensi, un desiderio d'amore.

...Sei la regina, di madre natura,
ogni creatura ti deve la vita,
perché risplende ogni giorno alle cura
di un semplice tocco, delle tue sole dita.

Sei tu il nettare più prelibato,
la seduttrice per eccellenza,
sei tu delizia di labbra al palato,
delirio d'amore da non poter farne senza.

Che tu sia piccina, oppure matura,
nonna, madre, o sposa novella,
tu sempre sarai per la gente futura,
dell'uomo, tu donna, la parte più bella!

lunedì 7 marzo 2011


Quando mi chiedono; Come stai?» - Ma che rispondo?!
Se dico «Sto male» so che poi mi potrebbe assalire di domande, «Perchè? Cos'è successo? Che hai?». Se dico che «Sto bene» non sarebbe la verità, però magari è la cosa migliore, anche perchè saprei già le sue risposte e non sarebbero d'aiuto.Anzi a volte riuscirebbero ad urtarmi. Un sorrisetto falso e rispondo: «Sto bene, grazie.» ...
Mentre nel cuore continua il tormento..batte forte. urla il dolore...e continua a chiamarti.... Massimo

domenica 6 marzo 2011

a volte...


Quando credo di non avere piu ragione di sognare…
Mi metto li’….a guardare le stelle e ad ascoltare musica..
Immagino di essere una loro…di cadere un giorno…
ed essere il pensiero di qualcuno che mi ha atteso tutta la notte.
...Poi torno in me, apro gli occhi e li…vedo solamente
lontani ricordi.
Ormai quelle lucine lontane… cosi brillanti sono frammenti
della mia vita, sparse nell’universo ….ma tutte legate fra loro per
qualcosa….questo e’ il mio modo di sognare e di sperare ancora…..

martedì 1 marzo 2011

ADESSO..ORA..


Io t'insegno il Segreto che è la chiave di tutti i misteri
e val più di Cinabro o Elisir di Vita Immortale.
Io t'insegno la Parola nascosta che è la chiave di tutti i segreti
e val più delle sillabe oscure di indovini, alchimisti e di maghi.
Io t'insegno la Strada che è la porta di tutti gli enigmi
e val più dei sentieri tortuosi lungo i quali t'affliggi e tormenti.
Strada, Parola, Segreto si chiamano "Adesso".
Adesso, adesso, eternamente adesso...

se hai...


Se hai dolore e poi non senti nulla...
se respiri e poi ti manca il fiato...
se tremi e poi non hai freddo...
è perché ti senti morto quando ancora sei vivo.